Marcello Mondazzi. Via Crucis

Marcello Mondazzi. Via Crucis
mostra a cura di Andrea Dall’Asta SJ e Nicoletta Cardano

 

Bologna, Raccolta Lercaro

12 marzo –  12 aprile 2015

 

 

mercoledì 11 marzo 2015, ore 18.00 > inaugurazione mostra

sarà presente S.E. Mons. Ernesto Vecchi,

Presidente della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro

 

 

La Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro è lieta di presentare la mostra Marcello Mondazzi. Via Crucis, a cura di Andrea dall’Asta e Nicoletta Cardano.

 

Le stazioni della Via Crucis, realizzate dall’artista Marcello Mondazzi, si inseriscono in modo originale nel panorama dell’arte liturgica italiana non solo per l’attenzione alla riflessione biblico-teologica, ma per le modalità con cui la ricerca estetica è stata condotta in relazione al simbolismo di ogni immagine.

Grande attenzione è data all’uso dei materiali: le potenzialità espressive dell’intero ciclo, infatti, risiedono nell’effetto della materia plastica – metacrilato – trasformata attraverso l’impiego di oli, petroli e fuoco. La materia, attraverso la combustione e la corrosione del fuoco, diventa lei stessa metafora di un mondo che compie una conversione, un passaggio, come se partecipasse a una passione, a un dolore. La luce occupa un ruolo fondamentale. La Via Crucis sembra infatti “scritta” con una luce che, attraversando la corrosione della materia, trasforma le superfici opache in luoghi di silenzi, in forme che chiedono riscatto e liberazione.

Particolarmente articolata è l’analisi delle singole stazioni, da interpretarsi come appunti, lacerti di quel viaggio che Cristo compì alle porte di Gerusalemme, su una collina chiamata Golgota. L’intento non è semplicemente illustrativo o didascalico. Tutto è suggerito per frammenti, dettagli, come se le narrazioni dovessero essere ricostruite di volta in volta dal fedele. Tutto è mostrato con profonda discrezione e anche i volti compaiono raramente. Quando questo accade, si tratta per lo più di autoritratti dell’artista: identificandosi nei diversi personaggi, l’autore sembra così farsi lui stesso protagonista di una Via Crucis intima, personale, da rivivere sulla propria pelle. La via dolorosa traccia un cammino di speranza. Nelle diverse tavole, Cristo, seppur raffigurato attraverso particolari, appare infatti rappresentato nella sua bellezza, anche nei momenti di maggior dolore: nel Cristo della Passione, così, possiamo già riconoscere il Cristo della Gloria. È questo un invito rivolto a ciascun uomo perché possa vivere con fiducia nel Dio della vita, anche nelle situazioni più drammatiche e oscure.

 

L’opera è stata realizzata per la chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Ponte Taro, nei pressi di Parma, e commissionata dalla famiglia Paladini, con la consulenza teologica di don Valerio Cagna. Dopo la mostra, la Via Crucis sarà collocata in maniera permanente nella chiesa parmense.